NAZIONALE GIAPPONESE 

L' AGONIA DI DOHA

ドーハの悲劇

LA STORIA DI UNA PARTITA INCREDIBILE ANCORA OGGI IMPOSSIBILE DA DIMENTICARE PER CHI L'HA VISSUTA IN CAMPO E FUORI, UN EVENTO CHE HA AVUTO CONSEGUENZE SULLO SVILUPPO DELL'INTERO MOVIMENTO CALCISTICO NIPPONICO. IL RACCONTO DI QUEI MOMENTI CONCITATI E DI UN FINALE AMARO CHE HA COLPITO PROFONDAMENTE L'INTERO PAESE.

di Mario A. Persegani

     GIAPPONE 

2

Marcatori:  5' Kazu Miura, 80' Nakayama

     P 1 MATSUNAGA Shigetatsu  
  D 4 HORIIKE Takumi  
  D 5 HASHIRATANI Tetsuji  Cap  
  D 7 IHARA Masami  
  D 3 KATSUYA Toshinobu  
  C 15 YOSHIDA Mitsunori  
  C 17 MORIYASU Hajime  
  C 10 RUY RAMOS  
  A 12  HASEGAWA Kenta out 59' 
  A 16  NAKAYAMA "Gon" Masashi out 80' 
  A 11 MIURA "Kazu" Kazuyoshi  
              Sostituzioni  
  C 8 FUKUDA Masatoshi in 59' 
  A 9 TAKEDA Nobuhiro in 80' 
    CT  OOFT Hans (Olanda)  

          IRAQ 

2

Marcatori:  55' Shnaishel Swadi, 91' Salman

     P 21 SALIM SAAD Ibrahim  
  D 2 KHADIM HASAN Samir  
  D 4 SHNAISHEL SWADI Radhi  
  D 14 HUSSAIN Khadim   
  D 3 BENYAMIN Saad Abdul  
  C 22 HAMEED Bassam Raouf out 71'
  C 18 MUHSIN Menshid Karim  
  C 12 JABOAR Jassim Mohamed  out 45' 
  C 17 HUSSEIN Laith Shihaib  
  A 8 RADHI Ahmad  Cap  
  A 9 JEBUR Alaa Khadim   
              Sostituzioni  
  C 16 SALMAN Jaffar in 45'
  D 5 HASHIM Abdul Jabar Hanoon in 71' 
    CT DAWOUD BABA Ammo  

Arbitro: MUHMENTHALER Serge (Svizzera)

Nel 1992 il calcio giapponese entra in una nuova era, più moderna e ricca di soddisfazioni. Nasce infatti la JLeague, le squadre cambiano nome, studiano nuovi loghi e colori e il pubblico inizia ad appassionarsi sempre più, a recarsi in massa allo stadio e a comprare le maglie da gioco dei propri idoli. A far esplodere la passione in modo definitivo ci pensa la Nazionale che vince per la prima volta la Coppa d’Asia, organizzata in casa, battendo in finale l’Arabia Saudita per 1-0 grazie a una rete di Takuya Takagi, attaccante dei Sanfrecce Hiroshima, che si ritaglia così un posto di rilievo nella storia del calcio nipponico. In tutto il paese si fa largo la consapevolezza di avere finalmente un movimento calcistico e una squadra nazionale di alto livello e si inizia ad assaporare l'idea di abbattere anche l’ultimo vero grande ostacolo che impedisce al Giappone di considerarsi nazione calcisticamente all’avanguardia: la partecipazione al Campionato del Mondo F.I.F.A., un traguardo fino al quel momento mai conseguito dai Samurai Blue, da sempre bloccati nei turni di qualificazione.

La prima fase a gruppi prende il via nell’Aprile del 1993 e il Giappone si piazza al 1°posto senza subire nemmeno una sconfitta accedendo da favorita al girone finale in programma in ottobre a Doha, in Qatar. Qui però il cammino non è così brillante complice la sconfitta per 2-1 patita contro l’Iran: memorabili i gol nel finale di Ali Daei (ex Bayern) che all’ 85’ scarta il portiere e sigla il 2-0 solissimo addirittura da fuori area, e di Gon Nakayama che all’ 89’ insacca il 2-1 da posizione impossibile lungo la linea di fondocampo. Sarà l’unica sconfitta patita dal Giappone in tutte le qualificazioni. Nonostante il passo falso la squadra è talmente forte e completa che aggiusta la classifica e si presenta padrone del proprio destino al match decisivo contro l’Iraq: basta infatti una vittoria, con qualunque risultato, per ottenere la prima storica qualificazione ai mondiali di Usa94.

LA PARTITA - E’ Giovedì 28 Ottobre 1993 quando alle 16h15 locali le formazioni fanno il loro ingresso in campo davanti a 4.000 spettatori presenti al Hamad bin Khalifa Stadium di Doha. Il tecnico olandese Hans Ooft schiera la miglior formazione possibile senza defezioni dovute a infortuni o squalifiche e dopo neanche 5 minuti il Giappone è già in vantaggio: Nakayama Masashi detto "Gon", attaccante del Jubilo, difende un pallone sulla destra, all’interno dell’area di rigore, si gira rapidamente e di piatto sinistro appoggia un assist per Hasegawa Kenta, centrocampista dello Shimizu S.Pulse, che d’istinto ha seguito l’azione e per questo si ritrova nei pressi del dischetto a scagliare un poderoso tiro che coglie in pieno la traversa, con Salim Saad inutilmente proteso nel tentativo deviare la sfera. Il rimbalzo spiove verso il centro dove Miura Kazu, star assoluta dei Tokyo Verdy, sfrutta le sue doti di inserimento anticipando Hussain e insaccando il gol dell’1-0. La panchina scatta in piedi guidata da Kitazawa Tsuyoshi e tutti si abbracciano, in campo e fuori, perchè la partita si è incanalata subito nel verso giusto. L’Iraq prova a reagire ma le sue conclusioni sono deboli o imprecise mentre i nipponici pensano soprattutto a sfruttare le ripartenze e vanno al riposo conservando il vantaggio.

La ripresa inizia senza particolari sussulti tanto che la gara sembra assopirsi e forse è questo che trae in inganno i giocatori giapponesi che si rialssano e concedono terreno agli avversari. L’arbitro svizzero Muhmenthaler annulla giustamente una rete irachena per fuorigioco, primo campanello d’allarme che però il Giappone sottovaluta e infatti al 54’ la difesa nipponica si fa trovare impreparata concedendo il pareggio: l’azione si sviluppa sulla fascia destra con Mushin che mette in area uno spiovente verso il talentuoso capitano Radhi che, seppur pressato da due avversari, stoppa di petto, mette la palla a terra e con un preciso tiro di piatto destro inifila nell’angolino alla sinistra di Matsunaga. Il pari “imbambola” i Samurai Blue che iniziano a subire le inizitive avversarie e Ruy Ramos, comprendendo perfettamente il momento, prende per mano la squadra cercando di scuotere i compagni. Il Giappone però proprio non c’è e l’Iraq sfiora ripetutamente il raddoppio. All’80’ però Miura lavora un pallone a centrocampo servendo Ruy Ramos che verticalizza in area per Nakayama, la linea difensiva irachena non sale in modo corretto e il bomber insacca di prima intenzione alle spalle del portiere Salim Saad: 2-1 e Giappone a 10 minuti dai mondiali. Esultanza del pubblico nipponico sugli spalti mentre i giocatori iracheni circondano il guardalinee per le poteste “di rito” (tutto il mondo è paese). Il mediano del Jubilo Yoshida Mitsunori potrebbe segnare ancora ma il suo tiro termina poco oltre la traversa.

L'EPILOGO - Il Giappone finisce qui….e inizia la famosa Agonia di Doha. Matsunaga prova a perder tempo ma viene ammonito. I biancoverdi premono e sfiorano il pareggio all’85’ ma Horiike salva in corner. All’89’ Ruy Ramos avrebbe l’occasione di congelare la palla ma cerca un pretenzioso passaggio a Miura che però viene intercettato e causa la ripartenza dell’azione sulla destra di Muhsin, che salta netto Katsuya e spara un missile sul primo palo che Matsunaga devìa prodigiosamente in angolo. C’è solo una squadra in campo perchè il Giappone è fermo, attanagliato dalla paura, i giocatori sono impietriti, stanchi, ognuno cerca nei compagni un aiuto che nessuno può dare. Tutti se ne accorgono, spettatori, telecronisti e soprattutto i nazionali iracheni. Siamo ormai oltre il 90’. Il corner lo batte Laith Hussein, che tocca corto per Khadim Hassan, i Samurai Blue sono tutti in area di rigore a proteggere la porta: il laterale destro avanza, supera con una finta Miura che prova a contrastarlo rientrando dal fronte offensivo, e crossa in mezzo dove Salman salta ti testa in torsione e infila di precisione la rete del pareggio quando scocca il 91’. Gelo tra i tifosi nipponici. In campo cala un silenzio irreale, Ramos e Miura si guardano smarriti, tra i compagni c’è chi crolla a terra e chi vaga incredulo per il campo. L’arbitro fa riprendere il gioco solo per fischiare la fine della partita: il Giappone è terzo: ufficilamente fuori dai mondiali. I giocatori giapponesi restano in campo, camminano lenti a capo chino verso il cerchio di centrocampo con le mani sul volto: nessuno parla. Solo il tecnico Ooft ha la forza di entrare in campo a consolare i suoi ragazzi che però sono letteralmente distrutti. Al rientro in studio dalla diretta i commentatori sono impietriti, senza parole, si cerca di dare un commento, di dire qualcosa, di riempire il vuoto televisivo con qualche frase di circostanza ma nessuno alza davvero lo sguardo, nascondendo la delusione dietro la consueta fiera compostezza tipicamente nipponica.

La beffa è resa ancora più atroce dal fatto che a quel punto a qualificarsi per la Coppa del Mondo di USA'94 sono gli acerrimi rivali della Corea del Sud: la partita sarà ricordata per sempre in Giappone come "Agonia di Doha" (ド ー ハ の 悲劇 - Doha no higeki) mentre i sudcoreani la riportano come il "Miracolo di Doha”. La mancata qualificazione e il modo in cui è maturata creano una profonda amarezza e avvilimento in tutta la nazione e i giocatori in campo quel giorno sarannno a lungo ricordati dai media giapponesi come il “Gruppo di Doha”(ド ー ハ 組 Doha Gumi). A distanza di tanti anni quella giornata non è stata dimenticata e ancora oggi durante le partite della Nazionale non è raro sentire i supporters giapponesi invitare la squadra a crederci fino in fondo e a non mollare intonando il coro “Doha wa sureruna” (ド ー ハを 忘 れ る な - Non dimentichiamoci di Doha).

Curiosità -  Neanche un mese dopo, il 17 Novembre, una situazione molto simile si ripresenta nelle qualificazioni europee. La Francia ospita la Bulgaria a Parigi (Parc des Princes): basta non perdere per qualificarsi proprio ai danni dei bulgari che invece devono vincere. La partita la “decide” il talentuoso Ginolà (ex Psg e Newcastle) da poco subentrato al posto di Papin: al 90’ il “bel David” invece che tenere palla dirigendosi verso la bandierina come i compagni gli urlano di fare (soprattutto Deschamps e Blanc), spara un inutile, incomprensibile, scriteriato cross in mezzo all'area deserta generando la fulminea ripartenza dei bulgari che sugli sviluppi dell’azione segnano con un missile di Kostadinov il gol che li qualifica ai Mondiali.