Hidetoshi Nakata con la maglia dei Samurai Blue debutta nella selezione giovanile durante il FIFA Under 17 World Championship 1993 che si disputa proprio sul suolo giapponese: il Giappone venne eliminato ai quarti di finale per 2-1 ad opera della fortissima Nigeria che sarà poi la squadra Campione. Quello di Nakata fu un ottimo Mondiale giovanile, iniziò ad impressionare molti addetti ai lavori, per la maggior parte giapponesi che ne appuntarono nome e cognome sui loro taccuini e agende degli appunti. L’anno seguente con la nazionale Under 19 arrivò secondo nella AFC Youth Championship 1994 (Coppa d’Asia per nazioni giovanili), Nakata che aveva moltissimi occhi puntati addosso giocò una gran competizione, risultò tra i ragazzi più interessanti di quella manifestazione non deludendo le attese che nazionale e non solo avevano in lui: purtroppo però il Giappone si dovette arrendere in finale alla Siria per 2-1. Con le selezioni giovanili Hide ormai non si fermava più, continuando la scalata passò anche per le selezioni Under 20, Under 22 e l’Under 23 con cui nel 1996 a 20 anni non ancora compiuti disputò i Giochi Olimpici di Atlanta96. A quelle Olimpiadi il Giappone uscì subito al primo turno ma Nakata ebbe comunque modo di farsi notare in mondovisione, giocate intelligenti e di buona fattura tecnica da parte sua non mancarono certo. Messosi alle
spalle le Olimpiadi arriva finalmente la tanto attesa convocazione con la Nazionale maggiore e di conseguenza l’esordio tra i grandi del proprio paese, il tutto nel maggio 1997 contro i rivali storici della Corea del Sud, già perché uno come Hide doveva per forze di cose non avere un esordio ordinario. Dopo la storica cavalcata verso la prima qualificazione della Nazionale nipponica alla Coppa del Mondo (di cui si è già parlato nella Parte 1 e Parte 2) Hidetoshi arrivò a quella manifestazione molto carico e con l’obiettivo di far bene, sia per se che per la propria nazione. Come già scritto, in quel Mondiale Nakata mise in mostra gran parte del proprio repertorio tecnico calcistico e le attese che pendevano su di lui non furono disattese, il ragazzo con i capelli tinti d’arancione scuro disputò tre buonissime partite di livello e qualità facendosi notare dall'intero mondo calcistico e venendo appuntato tra i giovani più promettenti e di prospettiva, purtroppo però per il Giappone quel primo appuntamento con la storia si concluse subito al primo turno con zero punti in un girone di primo ordine con Argentina, Croazia e la coloratissima Jamaica.
In attesa del mondiale casalingo del 2002 la Coppa d’Asia 2000 che si disputò in Libano doveva essere per Nakata l’occasione del definitivo salto di qualità con la propria nazionale, di cui Hide era ormai diventato un faro assoluto a centrocampo e uno dei leader massimi sia in campo che fuori, il CT francese Troussier puntava molto su di lui per la vittoria finale, purtroppo però un infortunio lo mise fuori dai giochi per quella competizione e Hidetoshi dovette assistere al trionfo dei suoi contro l’Arabia Saudita davanti alla televisione nel salotto di casa sua. Stessa sfortuna che lo accompagnerà anche quattro anni più tardi nella coppa d’Asia 2004 svoltasi in Cina, il CT Zico infatti non potrà contare su di lui sempre a causa di un altro infortunio, anche questa volta il suo Giappone alzerà la coppa al cielo nel Workers Stadium di Pechino proprio contro i padroni di casa della Cina (doppia soddisfazione) ma anche questa volta il povero Hidetoshi Nakata fu costretto a seguire i suoi compagni di squadra solamente dalla TV.
Tra le due Coppe per Nazioni d’Asia ci fu però per Nakata il grandissimo onore di difendere i colori e l’onore del proprio paese durante la Confederation Cup 2001 - che si svolse in Corea del Sud e Giappone e dove il Giappone partì subito fortissimo schiantando per 3-0 il Canada e 2-0 il Camerun; la terza partita del girone al Kashima Stadium finì 0-0 contro il Brasile vincente della Copa América 1999 e qualificò i nipponici alle semifinali con il primo posto nel girone proprio davanti al Brasile. La semifinale sotto una pioggia battente all’International Stadium di Yokohama venne disputata contro l’Australia e al minuto 43 una magia su calcio di punizione da posizione centrale appena fuori area di capitan Nakata portò il Giappone in finale. Hide calciò di collo destro nell’angolino basso alla sinistra del portiere australiano che non potè davvero nulla contro il suo calcio di punizione. Nakata disputò uno splendido torneo con la 7 dei Samurai Blue, come sempre non deluse le aspettative nei grandi appuntamenti, fu uno degli artefici che condussero il Giappone alla finale contro la Francia Campione del Mondo e d’Europa in carica. Purtroppo però ancora una volta il fato voltò le spalle ad Hide e così tra sconforto, dolore e delusione a livello personale non poté essere lui a condurre in campo la sua nazionale contro i transalpini il giorno della finale: Nakata infatti fu impossibilitato a giocare quella partita, partita che il Giappone perderà 1-0 con rete di testa di Vieira al 30' di gioco (e soprattutto durante il Mondiale giocato in casa nel 2002 tra la fine maggio e il mese di giugno).
Korea-Japan 2002 furono trenta giorni elettrizzanti che coinvolsero positivamente e immobilizzarono i due stati asiatici da sempre grandi rivali anche sul rettangolo verde di gioco. Gli occhi del mondo erano puntati su Giappone e Corea del Sud, l’atmosfera in giro era di festa ma allo stesso tempo la tensione si poteva tagliare col coltello, il popolo giapponese chiedeva e pretendeva molto da Hide e compagni, erano ben consci che per loro poteva essere un’occasione quasi unica di disputare una grande Coppa del Mondo. E ancora una volta, a riconferma dell’assoluto valore e del carisma all’interno dello spogliatoio, Hide risponde presente sin dalla prima partita contro il Belgio: nel 2-2 ricco di colpi di scena all’esordio nel gremitissimo Saitama Stadium contro i Red Devils, Nakata risulterà infatti tra i migliori in campo, gran partita sotto il profilo della concretezza e della sostanza, in più di un’occasione il 7 di Yamanashi non mancherà di lottare a centrocampo. La seconda partita del girone all' International Stadium di Yokohama venne vinta dai Samurai Blue per 1-0 con rete di Inamoto (partita che verrà ricordata per essere la prima vittoria della Nazionale del Sol Levante ad un Mondiale) contro la temibile Russia. Hide disputò quel giorno una grande partita, perfetto tatticamente a centrocampo, sia come interno sia come esterno verso destra quando serviva. I compagni di squadra nel momento del bisogno scaricavano palla a lui che intelligentemente sapeva sempre cosa farne e non sbagliando praticamente mai la giocata o i relativi tempi, portava sempre a casa qualcosa di utile per i suoi. La terza partita del girone, valida per la qualificazione agli ottavi di finale si disputò il 14 giugno al Nagai Stadium di Osaka tra Giappone e Tunisia con Nakata in cabina di regia per i suoi, i nipponici giocano meglio e schiacciano i tunisini nella loro metà campo sin dalla battute iniziali del match, i padroni di casa vanno in vantaggio con Morishima ad inizio secondo tempo e raddoppiarono proprio con l’idolo massimo di casa Hidetoshi Nakata: cross dalla fascia destra in area appena avanti il dischetto del calcio di rigore, perfetto inserimento da dietro di Hidetoshi che di testa in tuffo trafigge con tanto di tunnel l’estremo difensore tunisino per il 2-0 (che sarà poi anche lo score finale) ad un quarto d’ora del termine mandando un’intera nazione agli ottavi di finale come prima del girone con 7 punti, precedendo il Belgio a quota 5 punti. Per le strade e nelle piazze hanno luogo interminabili caroselli, musiche e danze unite a fiumi di sake e birra si consumano ovunque, il Giappone è una festa unica che esplode con visi di mille colori da tutto il mondo, da Sapporo alle coste meridionali del Kyushu non si dorme più, Tokyo è il centro del mondo e pulsa di gente e feste ventiquattro ore al giorno in ogni suo angolo. La gente giapponese sogna con i suoi 22 eroi in campo e non vuole svegliarsi, tifosi da ogni parte del globo terrestre invadono Giappone e Sud Corea. La Nazionale giapponese ottantacinque anni dopo il suo esordio internazionale è finalmente nella storia del proprio paese, Nakata e i suoi hanno raggiunto con grande merito e immensa fatica gli ottavi di finale di un Mondiale; ad attenderli ci sarà la Turchia, il match contro i turchi verrà disputato al Miyagi Stadium il 18 giugno 2002. Purtroppo però per Hide e la sua nazionale le cose quel pomeriggio gireranno storte, la Turchia passa in vantaggio dopo soli 12 minuti di gioco (0-1 sarà anche lo score finale) e da li in poi cercherà di amministrare il vantaggio minimo, il Giappone ci proverà in più occasioni spingendo parecchio e dando tutto in campo, un paio di buone occasioni per i Samurai blue ci furono ma non vennero trasformate nella rete del pareggio e così al triplice fischio finale per Hidetoshi Nakata e i suoi compagni di squadra fu tempo di lacrime e delusione, era finito quel bellissimo sogno che li stava accompagnando, lacrime che continuarono poi sul volto di tutta l’intera nazione giapponese. Una nazione che rese però il giusto omaggio e tributo ai suoi eroi, la squadra durante quel Mondiale aveva dato tutto il possibile, non le si poteva recriminare proprio nulla, il primo turno era stato passato a pieno merito e quello era già un traguardo glorioso. Inoltre Hidetoshi e tutta la squadra avevano posto delle basi ben solide per il futuro calcistico della Nazionale del Sol Levante ed erano ben consci di tutto questo, il futuro sembrava roseo (come poi effettivamente sarà), il movimento era in costante ascesa, così come il numero di tifosi che sempre più seguivano i Samurai Blue. Il Giappone calcistico aveva ormai fatto il classico e cosiddetto salto di qualità. E di tutto questo il paese sarà loro eternamente grato. Le qualificazioni al Mondiale tedesco del 2006 furono praticamente una passeggiata per il Giappone che vinse entrambi i gironi che si trovò a disputare, nel primo dominando con 6 vittorie in 6 partite mentre nel secondo con 5 vittorie ed una sola sconfitta e così venne per Nakata il tempo per il terzo mondiale consecutivo da disputare in maglia Giappone. Anche per Germania 2006 Hidetoshi, ormai maturo come forse mai prima d’allora sotto tutti i punti di vista, era uno dei punti fermi della nazionale, uno dei perni e dei fari del centrocampo dei Samurai Blue, come da quasi dieci anni a questa parte pienamente nel centro dello scacchiere giapponese. Il 7 nipponico arrivò al Mondiale carico e piuttosto ben in forma, con molta voglia di fare bene e provare ad emulare le gesta di quattro anni prima in casa. Anche se dentro di se già sapeva ed era conscio di cosa gli sarebbe successo di li ad un mese e che decisione avrebbe preso e comunicato a tutti era comunque pronto per giocare un buon mondiale. Purtroppo però, nonostante il valore della squadra fosse valido e di tutto rispetto, quello del 2006 verrà ricordato in Giappone come un Mondiale piuttosto negativo e disputato al di sotto delle aspettative, Hide stesso si fece trascinare da questa aura negativa che avvolse i Blue d’Asia, non riuscì praticamente mai a prendere le redini della squadra in quelle uniche tre partite del primo turno, pochissime giocate di classe e tecniche, velocità di gioco sotto della sua media, l’impegno come sempre non mancò, ma quello del giugno 2006 in Germania sembrava essere un Nakata che gironzolava per il campo spento, quasi alla ricerca dei tempi migliori che furono. Non riuscì mai a dare una scossa a quel “suo” Mondiale. Il Giappone giocò praticamente un solo tempo su tre matches - di quello che prima dell’inizio del Mondiale si presentava come uno dei gironi più elettrizzanti - il primo della partita inaugurale contro l’Australia dove la nazionale allenata da Arthur Zico andò all’intervallo avanti per 1-0. Praticamente un fulmine a ciel sereno. Negli ultimi sei minuti del secondo tempo infatti i socceroos australiani segnarono 3 reti che sancirono il risultato finale di 1-3, la seconda partita contro la Croazia fu brutta e rognosa e finì 0-0. Mentre nella terza ed ultima partita del girone nel tempio sacro del Westfalenstadion di Dortmund contro l’ormai già qualificato Brasile il Giappone si portò in vantaggio prima di subire la rimonta da parte dei brasiliani che uscirono vincitori per 1-4. Hidetoshi Nakata fu regolarmente in campo quella notte contro il Brasile e fu anche l’ultima partita della sua carriera e della sua vita: al triplice fischio finale dell'arbitro francese Poulat, dopo anni di orgoglioso servizio alla causa infatti il 7 di Yamanashi si toglierà per l’ultima volta e per sempre tra qualche lacrima la tanto amata armatura blue.
ありがとう 英寿
arigatō Hide
Parte 3 - Da un'idea di Nicola Rota, testo di Nicola Rota, immagini di puntogiappone.com, autore Mario A. Persegani.